Con l’invito, nel 2010, di fare parte di una collezione di lavori di arte tessile con un’opera ispirata al testo di Italo Calvino “Le città invisibili” inizia un percorso attraverso la riflessione sulle città e le infinite immagini che di esse si possono rappresentare.
Nascono così “Cities and symbols” e “Le tre città”.
In Calvino, reale e immaginario si sovrappongono; città nascoste affiorano dalle città visibili e altre appaiono segnate dalla consistenza effimera del miraggio.
L’autore propone un suo percorso nelle città intitolando i capitoli con riferimenti ai valori e alle caratteristiche di ognuna di esse: le città e la memoria, le città e il desiderio, le città e gli occhi, le città e il nome.
La mia proposta è una riflessione sulle città e i simboli: ho rappresentato le città simbolo, i monumenti simbolo, e i simboli che adornano le architetture creando un’immagine in cui si fondono epoche, stili, religioni.
Così come le città di Calvino, le mie non hanno collocazione storica né geografica.
Ho lavorato cercando di togliere peso alla materia, come dice Calvino nell’introduzione al tema della leggerezza in Lezioni americane: “ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio”
Il percorso procede con “Architettura e natura”, un confronto dove due protagonisti si alternano: l’opera dell’uomo e la natura. Natura non intesa come anti-città ma come modello ispiratore immaginato e ricomposto in campi dove si intrecciano geometrie e casualità a formare un catalogo di episodi.